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I docenti precari delle GAE potrebbero entrare di ruolo entro i prossimi tre anni

Scritto da Salvatore Seno. Postato in Docenti

 La bassa percentuale di domande presentate apre scenari 
impensati per le speranze dei docenti in attesa di una cattedra

di Bruno Ventura,  Blasting News   10.8.2015.  

docenti precari monitorano costantemente la situazione della presentazione delle domande per partecipare alla fase B del piano di assunzione su scala nazionale. Dal Miur giungono notizie che vogliono il numero di adesioni arrivato a quota 30.000 domande, al netto delle cancellazioni dell’ultima ora da parte di quei docenti che si interrogano sulla mancata presentazione della domanda, poco convinti di dover prendere la cattedra a centinaia di chilometri di distanza dalla provincia di residenza. Sommando il totale dei posti tra le fasi B e C si arriva a quota 65.000. Se il trend dovesse confermarsi di questo genere vuol dire che più della metà dei posti resterà senza titolare, considerando anche che difficilmente la domanda di docenti per determinate discipline coinciderà con l’offerta.

Un tribolato anno di transizione

Al netto della conclusione della fase C, che potrebbe decretare lo sblocco della situazione di quei docenti cosiddetti immobilizzati, resta la certezza che per coprire le cattedre residue si dovranno conferire ancora molte supplenze. L’anno di transizione parte dunque nel caos più totale e il prossimo, dopo il termine della mobilità di chi chiederà il riavvicinamento, rimescolerà le carte per tutto il contingente di docenti precari delle Gae che si ingrosserà anche per effetto dei ricorsi. Un gioco delle tre carte evitabilissimo, se soltanto si fosse inserito un comma nella legge numero 107 di riforma che disponesse, per tutti coloro che avessero avuto un incarico fino al termine delle attività didattiche nel corso dell’anno scolastico 2014/2015, l’immissione in ruolo nella provincia in cui si era prestato servizio. Questa è la convinzione espressa da un insegnante che Orizzonte Scuola ospita nel suo sito.

Il ruolo entro tre anni
Rinunciare a presentare la domanda oggi significa avere maggiori possibilità di ottenere il ruolo entro i prossimi tre anni. La convinzione deriva anche da uno studio del Miur condotto nel 2014 per il quale, il 40% del personale docente che è pari a circa 250.000 persone, andrà in pensione entro il 2022. Questo determinerà il turn over per i prossimi 6 o 7 anni anche per effetto dello scalone della riforma Fornero. E’ esattamente dal 2011 che vige un blocco per i docenti e perciò dal 2016 andranno in pensione con flussi invero molto alti. Questo dato fa emergere una realtà inconfutabile per la quale si può sconfessare la tesi che non ci saranno cattedre nelle province di residenza nei prossimi anni, aumentando di conseguenza la possibilità pe

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