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Turi: la scuola deve essere fuori dal terreno dello scontro politico

Scritto da Salvatore Seno. Postato in ALTRE NOTIZIE

IL CONFLITTO TRA FALCHI E COLOMBE PORTA A SCELTE CHE DANNEGGERANNO GLI INSEGNANTI E LA SCUOLA 

Una vicenda politica che finisce nelle maglie dell’amministrazione. Termina così, in mano ai funzionari ministeriali, la questione legata al passaggio degli insegnanti dagli ambiti alle scuole.

I risultati di quello che doveva essere un impegno politico – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi -  sono diventati punti da scrivere con poca cura delle conseguenze.

Contrariamente a quanto sembrava assunto in un primo momento – mette in evidenza il segretario della Uil Scuola -  il ministro ha deciso di superare di netto il lavoro svolto in sede di contrattazione.
Un accordo difficile, raggiunto per il 90%. Si è ceduto allo scontro ideologico.

Sarà stata una decisione sofferta.  Dopo tre giorni, il duro conflitto tra i falchi e colombe politiche e ministeriali, ha determinato la scelta dello scontro con il sindacato.

Ancora una volta si è voluto privilegiare lo scontro politico, piuttosto che una scelta mediata e meditata che avrebbe fatto bene alla scuola, di ciò il ministro ne porta tutta la responsabilità.

Per parte nostra metteremo in campo ogni azione per contrastare questa deriva autoritaria della scuola pubblica italiana che, ormai è chiaro,  è terreno di scontro politico.

Un destino che la scuola e il personale non merita. E’ al personale che noi vediamo, con l’attenzione dovuta, per salvaguardarne la dignità e la professionalità che le scelte di oggi mettono in forte discussione.

Aver deciso di lasciare alla libera determinazione delle 8.500 scuole, ogni azione di passaggio dagli ambiti, ci sembra una sorta di scaricabarile che ricadrà sui dirigenti scolatici, anche quelli che avrebbero voluto norme chiare condivise, applicabili e di buon senso.

Sulla base degli testi che avremo modo di approfondire, decideremo, unitariamente, le azioni da adottare per la tutela della libertà di insegnamento, di apprendimento e la dignità dei docenti.